“Non esistono sintomi in assenza di cause”.
La frase risuona molto banale…, ma di fatto ciò che riferiscono i pazienti non la rende affatto banale.
Ogni giorno, su Messenger, ricevo storie e racconti di pazienti…di gente sofferente. “Storie impossibili” di persone che, a causa dei dolori che li affliggono e devastano la vita, si trovano a vivere una ulteriore sconfitta: quella di non essere compresi.
Ne pubblicherei alcune per far capire il tenore di tali malesseri, ma non lo faccio perché non sono autorizzato…. Ciò che fondamentalmente fa deprimere queste persone è proprio il fatto di non essere credute dai loro medici o fisioterapisti. Si sentono dire che questi dolori non sono reali, che sono creati virtualmente nella loro testa. Che sono depressi, che devono andare in vacanza. Che devono rilassarsi. Di non pensarci troppo. Che devono imparare a conviverci…
Ora, che il cervello sia un trasduttore ed un grande interprete dei segnali, dei dolori, lo sappiamo; ma da qui a dire che tutte le persone si inventano i dolori, ce ne vuole.
L’altro errore fondamentale che si tende a commettere, è quello di accanirsi terapeuticamente contro il dolore per sopprimerlo, dimenticando che il dolore è solo il sintomo. Il dolore è solo un segnale… e non il problema da combattere.
“Il dolore NON È il problema”!!! Il dolore è solo e soltanto la spia del problema. È il messaggero del problema. Se in auto si accende la spia rossa dell’olio, nessuno toglierebbe dal cruscotto la spia… solo perché si è accesa…, ma si cercherebbe di capire perché non vi è più l’olio nel motore…; si va dal meccanico per scoprire la causa…, non si va dall’elettrauto per eliminare la spia che si è accesa: anzi si verifica che sia ben efficace. Perché con la nostra personale automobile ragioniamo diversamente?
Il dolore (la spia nel cruscotto), non solo non è il nemico, ma è l’unico vero alleato che il paziente, il medico ed il terapista hanno a disposizione. Smettiamo di sopprimere i sintomi…, cerchiamo le cause nascoste… ed i problemi saranno cancellati per sempre.
Dott. Fulvio Cavuoto