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E’ comune la parola “SCROCCHIO” quando si pensa all’ osteopata!!

Vorrei chiarire questo aspetto: lo Scrocchio ossia tecnicamente il TRUST nel trattamento osteopatico strutturale è una tecnica molto ricorrente per alcuni colleghi, che richiede un’attenta preparazione e diagnosi.
Tutto ciò solo dopo un’attenta visione dell’ esame diagnostico (spesso si ricorre alla Risonanza Magnetica o RM) antecedente al trattamento, in particolare per le manovre effettuate per la colonna vertebrale.
E’ importante la precisione del movimento, la forza applicata e la localizzazione con specificità del punto da trattare, creando un’ azione neuromodulatrice con lo scopo di ridurre la facilitazione midollare di uno o più segmenti scheletrici.

E‘ bene sapere che questa tecnica che nasce per portare beneficio al paziente non sempre è risolutiva, ed è necessario informare il paziente riguardo anche ai rischi che può comportare.
Ad esempio non va indicata se c’è osteoporosi, forti processi degenerativi a carico delle articolazioni, non è neanche utile se i tessuti che avvolgono le articolazioni (compresi i muscoli) non sono in condizioni ideali (ad esempio sono troppo tesi).
Agire sul MAL DI SCHIENA senza lo scrocchio significa avere un approccio manuale sulla base dei principi tradizionali e originari della scienza osteopatica, per cui ogni organismo ha la sua capacità naturale di autoguarigione e autoregolazioni; questi principi avvengono attraverso i procedimenti fluidici del sistema vascolare, linfatico e cefalorachideo capaci di ristabilire l’ equilibrio naturale nell’ organismo.

Tutto il lavoro di ripristino del processo infiammatorio dal tratto cervicale a quello sacrale, lungo le fasce della schiena, dalle più superficiali alle più profonde, avviene attraverso l’ attivazione delle dinamiche cellulari, dei fluidi che percorrono il tratto interessato. Esse liberano delle aree di compressione per favorire il passaggio fluidico e il ripristino dei tessuti danneggiati dall’ infiammazione.

Riporto il caso di uno sportivo (pratica il rugby) che ricorreva spesso all’osteopatia con lo scrocchio, anche perché psicologicamente lo liberava dalle rigidità della colonna.
Dopo aver cambiato il trattamento osteopatico senza dover ricorrere allo scrocchio, ha potuto constatare che il risultato è stato più duraturo ed ha dovuto fare meno sedute per mantenere il beneficio.