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La distorsione di caviglia consiste in un evento traumatico provocato da un movimento eccessivo che va oltre il limite fisiologico dell’articolazione e che comporta uno stiramento dei tessuti senza il distacco o perdita di contatto dei capi ossei articolari (altrimenti si tratterebbe di “lussazione”).

Il trauma distorsivo può andare dalla semplice distrazione alla lesione dell’apparato capsulo-legamentoso o associarsi a fratture malleolari: in questi ultimi casi è consigliata la radiografia, l’ecografia, la Risonanza Magnetica.

Analizziamo quali sono le situazioni in cui si hanno più distorsioni alla caviglia:

La distorsione di caviglia è l’episodio traumatico più comune dell’arto inferiore e una dei motivi più frequenti per i quali i giovani sportivi si rivolgono al fisioterapista.

Le statistiche ci dicono che in Italia, avvengono circa 5000 eventi di distorsioni di caviglia al giorno, e avvengono quasi tutti per traumi sportivi responsabili di rapidi cambi di direzione come il calcio a 5, il basket, il rugby, la palla a volo, il paddle e gli sport da combattimento come il judo e il karate.

I traumi distorsivi avvengono durante uno scontro di gioco e durante la normale esecuzione di un gesto atletico senza interferenze esterne.

I sintomi caratteristici della distorsione sono:

Gonfiore (edema) precoce della caviglia nella sede della distorsione, dolore acuto locale fisso, limitazione funzionale, ecchimosi sotto i malleoli.

Il primo soccorso all’infortunio prevede l’applicazione del protocollo PRICE:

  • Protezione, immobilizza la parte con una fasciatura o un tutore.
  • Riposo, tenere l’articolazione ferma;
  • Ice (ghiaccio) localmente per 15 minuti;
  • Compressione: fasciare l’articolazione con un bendaggio compressivo;
  • Elevazione: per facilitare il drenaggio dell’edema, mettere il piede in posizione elevata.

A seconda della gravità il contenimento dell’articolazione va dal bendaggio al tutore.

Il percorso terapeutico consigliato consiste in sedute di:

  • TECARterapia integrata con linfodrenaggio manuale, al fine di ridurre il gonfiore dell’articolazione;
  • Laserterapia ad alta potenza, per dare uno stimolo biologico nella riparazione dei tessuti;

  • Terapia manuale con manovre di mobilizzazione, per migliorare il movimento.
  • Eventualmente idrokinesiterapia per evitare di stare troppo fermi ed alterare ulteriormente tono e trofismo muscolare e recuperare la propriocettività.

Il consiglio che diamo agli sportivi dopo aver subito una distorsione di caviglia è di non interrompere i trattamenti dopo la scomparsa dei sintomi.
Ci sono problemi apparentemente invisibili dopo una distorsione, non è la radiografia che dà il nulla osta all’attività non evidenziando il danno scheletrico della caviglia, ma la valutazione funzionale che evidenzia la mancanza di controllo motorio, o propriocettività.
Dopo una distorsione anche il sistema di controllo neuromotorio subisce un’alterazione che va letteralmente riprogrammata.

Dr. Fulvio Cavuoto